Gestione piscina

Progettazione delle piscine nei campeggi: consigli utili

La realizzazione di una piscina in un contesto turistico-ricettivo, in particolare in un campeggio, è costituita da più fasi. In primo luogo, va presa la decisione più importante: quella di valutare con attenzione a quale tipologia di clientela ci si deve rivolgere. Questa fase è di fondamentale importanza anche nella scelta della tipologia di piscina: esistono infatti infiniti modi di progettare una piscina, a seconda della clientela che si intende soddisfare. In qualche caso, la scelta più corretta potrebbe anche essere quella di non procedere con la costruzione.

Una volta fatto questo primo fondamentale passaggio, è importante progettare la piscina in modo che soddisfi tutte le nostre esigenze, dal budget agli eventuali limiti urbanistici, alla tipologia adatta alla nostra struttura. Solo nel caso in cui tutte queste variabili riescano a trovare una soluzione soddisfacente, anche se con qualche inevitabile soluzione di compromesso, ha senso andare avanti.

È palese che, in questa fase, l’eventuale costruttore della piscina può aiutare dando preziose informazioni, ma la scelta non spetta a lui. È il committente, eventualmente aiutato da un progettista e/o un consulente, che deve compiere queste fondamentali scelte, cercando poi sul mercato l’offerta migliore per realizzare il prodotto. Tutto questo per dire che la fase progettuale, troppo spesso trascurata, è una fase di fondamentale importanza, che necessita dei tempi e delle modalità corrette. È qui che si decide se la costruzione della piscina sarà un successo, una delusione o un disastro: non è cosa da poco!

La fase di progettazione deve andare per gradi, partendo dai cosiddetti “vincoli”, che sono gli aspetti che si determinano essere fondamentali e dai quali non si può prescindere. Se, per esempio, si è deciso che il campeggio è e deve rimanere un’oasi di pace e tranquillità, la piscina dovrà essere posizionata in un’area della struttura non centrale, piuttosto appartata; non potrà essere dotata di acquascivoli, trampolini, giochi d’acqua rumorosi o cose simili, e dovrà essere silenziosa e ispirare serenità, più che divertimento. Se invece, al contrario, si vogliono soddisfare le esigenze delle famiglie che devono portare in vacanza adolescenti reticenti e musoni, allora va benissimo la piscina con gli scivoli, i river, i gommoni, i castelli gonfiabili e tutto quello che può attrarre i ragazzi di quell’età: i figli saranno felici, i genitori di più.

Un vincolo può essere rappresentato anche da un requisito urbanistico: se è ammessa solo la realizzazione di una piscina con particolari dimensioni, colore o altre caratteristiche, questo è senza dubbio un punto fermo, che riguarda in parte anche la sfera dei permessi edilizi per le piscine nei campeggi di cui abbiamo parlato in un precedente articolo. L’ultimo aspetto in termini di vincoli, ma forse il più importante, riguarda infine il budget.

Una volta fissati i vincoli, si cerca l’idea migliore e si inizia l’avventura della progettazione, che è la fase più bella, perché sulla carta (anzi, sul monitor del computer) si possono fare tutte le simulazioni possibili tornando indietro e ricominciando, senza fare danni. Con il termine “progettazione” si intende esattamente questo: ideare ciò che ancora non c’è. La parte burocratica del disegno, della presentazione dei progetti, della direzione lavori è un’altra cosa. Necessaria, certo, ma viene dopo. Prima il committente deve, in autonomia, raccogliere le informazioni e decidere quale sarà il futuro della propria struttura con la nuova piscina.

Le possibili scelte sono davvero tante. Proviamo a elencarne alcune, in ordine di importanza, considerando il caso di una piscina interrata.

  1. Piscina a sfioro o a skimmer (la piscina a sfioro necessita di canalina e vasca di compenso);
  2. Dimensioni e forma della vasca;
  3. Spazio a disposizione per gli impianti;
  4. Presenza o meno di giochi d’acqua (idromassaggi, fontane, scivoli o altro);
  5. Materiale di costruzione (ne esistono molti, ognuno con differenti caratteristiche: cemento armato, casseri a perdere, pannelli metallici, eps e altro);
  6. Rivestimento (anche qui la scelta è piuttosto vasta).

Oltre a questo è necessario valutare altri aspetti già in fase di progettazione, come per esempio la tipologia di approvvigionamento di acqua ma, soprattutto, la possibilità e la tipologia di scarico delle acque reflue derivanti sia dallo svuotamento che dal lavaggio dei filtri. Per la collocazione, invece, va tenuto conto della rumorosità dell’impianto, dovuto sia alle pompe che al movimento dell’acqua stessa, soprattutto se la piscina è a sfioro.

Gli elementi da considerare insomma sono tanti, e pensarci prima aiuta moltissimo a evitare guai dopo. Una piscina non sarà mai esente da necessità manutentive, questo è indubbio, e se qualcuno cerca di convincervi del contrario, mente sapendo di mentire. Ma c’è una grande differenza tra una normale manutenzione e l’attenzione che richiede una piscina mal progettata: nel secondo caso, può diventare davvero un incubo.

Molto spesso si tende a far coincidere le figure professionali coinvolte nella progettazione in una sola persona, ma spesso questa non è la scelta più corretta, perché le abilità richieste sono almeno tre e non sempre possono coincidere in un solo professionista. La parte di “costruzione virtuale” della piscina richiede competenze tecniche specifiche sui materiali e sui sistemi di costruzione, mentre la fase di “trattativa” e di presentazione dei permessi edilizi e la fase di direzione lavori richiedono competenze del tutto diverse. La scelta più corretta spesso è quella di separare queste fasi, rivolgendosi a professionisti diversi. Meglio prendersi il tempo che serve per costruire un buon progetto, analizzando tutti gli aspetti finché si è in tempo, sfruttando al massimo le enormi potenzialità della fase più importante, quella della progettazione.

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